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Francesco


Un uomo libero.

Francesco amava essere un figlio della libertà. Per lui era assolutamente vitale sentirsi slegato dalle cose degli uomini, e come l’acqua nel deserto è vita per chi la cerca disperatamente, allo stesso modo lui sentiva la necessità di cercare oltre il deserto sociale del tempo.

Aveva sete. Quella sete di capire il perché delle cose, e cercava di comprendere la vita che lo circondava nel suo fare quotidiano.

Quel dono di verità ha rafforzato la convinzione che ancor prima di essere nel tutto del creato, doveva essere in se stesso. È il privilegio di una visione innata che solo un vero artista libero può percepire. E così facendo si è tolto dalla lunga fila dei molti, un allineamento assopito da dogmi morenti nell’incoerenza del tempo, simile a quella dei nostri giorni.

Mal sopportava le imposizioni culturali e trovava insensato il passaggio di consegne dell’eredità famigliare. Lui cercava il di più. Quel di più che non coincideva con la ricchezza e il denaro, con l’eleganza del vestire e il luccichio delle corti. Tutto ciò dissonava.

Era investito dolcente da un fremito che non lo lasciava mai. Era incuriosito da quelle domande di cui non riusciva a fare a meno e che lo mettevano alla prova tutti i giorni. Il suo prodigio più grande è stato il coraggio di scegliere. Di non starci più. Di cessare il suo silenzio e cercare risposte che restando al suo posto nella fila dei molti, non avrebbe mai trovato.

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